Ansia sociale e ritorno dalle vacanze vanno spesso a braccetto. Settembre, con il suo carico di impegni e aspettative, può diventare un mese particolarmente critico. Non si tratta solo di riprendere la routine, ma anche di affrontare pressioni sociali e interiori che pesano, soprattutto sui più giovani. Capire perché accade e come affrontarlo può davvero fare la differenza. Continuano gli approfondimenti di DimmidipiuSalute sul benessere mentale ( ansia, tecniche di mindfulness, il rapporto tra psicologia e sport, i disturbi mentali, e il rapporto tra scelta del partner e patologie mentali).
Il rientro dopo le vacanze: perché pesa così tanto
Il ritorno alla normalità porta con sé emozioni contrastanti. Per alcuni significa riprendere il ritmo con energia, ma per molti altri è un periodo di malinconia, ansia e senso di inadeguatezza. Secondo recenti survey, circa il 40% dei giovani tra i 20 e i 24 anni associa settembre a un aumento delle preoccupazioni. Questa fase di transizione, infatti, diventa spesso un banco di prova emotivo e relazionale.
Ansia sociale: il peso delle aspettative
Uno dei motivi per cui settembre diventa critico è legato alle aspettative. Ci si sente quasi obbligati a mostrare un ritorno impeccabile: riposati, produttivi, sorridenti. Ma questo “dover apparire” alimenta l’ansia sociale. La paura del giudizio, il confronto costante con gli altri e la pressione a essere sempre performanti spingono molti a vivere il mese con un forte senso di disagio.
Giovani adulti e senso di inadeguatezza
La fascia 20-34 anni è quella più colpita. Non solo per la ripresa di studio e lavoro, ma anche per il confronto continuo con i coetanei. Secondo i dati, il 74% dei 25-34enni ha la sensazione che gli altri stiano facendo meglio di loro. Tra i 20-24enni questa percentuale sale addirittura all’85%. È il segnale che la pressione sociale pesa di più nelle età in cui si costruisce la propria identità.
Ansia sociale: il ruolo della routine
Il ritorno alla quotidianità non è uguale per tutti. Circa la metà delle persone riesce a rientrare subito nei ritmi, ma un terzo ha bisogno di settimane e un 8% addirittura di più di un mese. Quando l’adattamento tarda ad arrivare, l’ansia sociale diventa ancora più evidente: le relazioni tornano a farsi impegnative, il confronto con colleghi e conoscenti diventa stressante e la percezione di non tenere il passo aumenta.
Supporto psicologico: quando e perché cercarlo
Non bisogna sottovalutare il segnale che arriva dal corpo e dalla mente. Settembre può diventare il momento giusto per chiedere supporto professionale. Il 6% delle persone già lo fa, mentre quasi il 20% dichiara di pensarci seriamente. Uno psicologo può aiutare a gestire stress e ansia, fissare obiettivi concreti e creare uno spazio sicuro per riflettere. È un modo per affrontare l’ansia senza sentirsi soli.
Ansia sociale: un invito ad ascoltarsi
Gli esperti sottolineano che l’ansia sociale di settembre non va ignorata. È un segnale di bisogno interiore: ci dice che è tempo di rallentare, di chiedere aiuto, di ricostruire parti di sé. Concedersi il diritto di sbagliare, ridurre i confronti e rispettare i propri tempi diventa un atto di cura autentico. Non una debolezza, ma un passo verso l’equilibrio e la serenità.
Verso un nuovo settembre
Riflettere su come affrontare settembre può trasformare il mese più critico in un’occasione di crescita. Imparare a riconoscere i propri limiti, cercare strumenti di gestione emotiva e, quando serve, affidarsi a professionisti, è la vera rivoluzione. Così il rientro non sarà più sinonimo di ansia, ma di rinascita.
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