tumore al seno

Tumore al seno: novità dal mese rosa

Tumore al seno: il prossimo ottobre torna il “mese rosa”, un appuntamento ormai fisso dedicato alla prevenzione, alla diagnosi precoce e alla ricerca. Ogni anno, infatti, questo periodo diventa un’occasione per sensibilizzare le donne sull’importanza dei controlli e per raccontare i progressi della medicina. Quest’anno, però, c’è una novità importante che riguarda il carcinoma mammario lobulare, una delle forme più diffuse ma anche più complesse da trattare. DimmidipiuSalute ha dedicato già dei focus sull’oncologia, ma ti consigliamo di continuare la lettura. Scoprirai novità molto interessanti.

Tumore al seno: il valore del mese rosa

Il mese rosa è molto più di una campagna simbolica. È il momento in cui ospedali, centri clinici e associazioni ricordano alle donne quanto sia importante la prevenzione. La diagnosi precoce, con mammografia ed esami di approfondimento, resta infatti l’arma più efficace per ridurre la mortalità. Allo stesso tempo, si raccontano i nuovi studi che ogni anno spostano in avanti i confini della ricerca.

Un nuovo gruppo di ricerca internazionale

La vera novità di quest’anno riguarda il carcinoma mammario lobulare, il secondo tipo di tumore al seno più diffuso. È una forma subdola, con caratteristiche particolari che la rendono difficile da diagnosticare e da trattare. Per la prima volta nasce un gruppo di ricerca internazionale guidato dall’Istituto Europeo di Oncologia insieme a università e centri di eccellenza americani. L’obiettivo è ambizioso: comprendere perché questo tumore recidiva anche a distanza di anni, perché risponde poco alla chemioterapia e come migliorare le terapie disponibili.

Tumore al seno e sfide diagnostiche

Uno dei problemi principali del carcinoma lobulare è la sua morfologia complessa. Ecografia e mammografia tradizionale, spesso, non riescono a rilevarlo con precisione. Per questo, i ricercatori sottolineano il ruolo cruciale della risonanza magnetica e della mammografia con contrasto. Tecniche più avanzate che permettono di ottenere immagini più nitide e di individuare la malattia in fase precoce.

Linee di ricerca e terapie innovative

Gli studiosi hanno individuato alterazioni genomiche tipiche del carcinoma lobulare, come le mutazioni CDH1, PIK3CA ed ERBB2. Queste informazioni aprono la strada a terapie più mirate. Non solo. Lo studio suggerisce anche nuove strategie di radioterapia e di chirurgia adattate a questo tipo di crescita tumorale. È un passo avanti importante che potrebbe cambiare radicalmente l’approccio al tumore al seno.

Messaggi chiari per le pazienti

Accanto ai dati scientifici, arrivano messaggi concreti per le donne. Chi riceve una diagnosi di carcinoma lobulare dovrebbe rivolgersi subito a un centro specializzato, con una Breast Unit in grado di offrire diagnosi molecolari avanzate e trattamenti personalizzati. Inoltre, restano fondamentali il controllo dei fattori di rischio e gli stili di vita: obesità e terapie ormonali prolungate sono tra i principali elementi che aumentano la probabilità di ammalarsi.

Tumore al seno: la ricerca diventa personalizzata

Oggi la ricerca non guarda più al tumore come a una malattia unica, ma a un insieme di sottotipi diversi. Lo ricorda anche Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia IEO, che sottolinea come sia necessario studiare ogni variante per arrivare a cure davvero personalizzate. Negli ultimi dieci anni i progressi sono stati straordinari, ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: portare la guaribilità del tumore al seno vicina al 100%.

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